MUTUI SENZA INTERESSE : PRIMA GLI ITALIANI !

Il Sindaco di Torino Appendino ha deciso di concedere dei mutui fondiari agli islamici senza tassi di interesse con il pretesto che il corano vieta tale pratica. Ritengo che i tassi di interesse, soprattutto quando elevati non siano una cosa giusta. Trovo tutto ciò inquietante. Perché solo agli islamici? Perché gli italiani sono costretti a pagare l’interesse? Invece di venire incontro prima agli interessi degli italiani facciamo il contrario.

Una antica massima del Medio evo recita :” mutuum date nihil inde sperantes”. Traduco date a mutuo, ovvero prestate, senza sperare un frutto. La religione cattolica, basta leggere “Il mercante di Venezia” considera per lungo tempo il prestito a interesse come usura. Prima ancora il mondo romano e quello greco esprimono lo stesso severo giudizio. La tradizione europea considera il danaro un mezzo non un fine. L’Europa prima dell’avvento del capitalismo e dello strapotere dell’alta finanza, che dicono, senza né volto e né Patria, considera perverso che il danaro produca altro danaro. Infatti l’articolo 1238 del codice penale, emanato durante il fascismo dall’insigne giurista Alfredo Rocco, prevede il reato di anatocismo. Il dizionario economico Treccani così si esprime : “ anatocismo  Interesse composto, ovvero la produzione di interessi sugli interessi (dal gr. ἀνἀ «di sopra» e τόχος «interesse»), regolato dall’art.1283 c.c. che recita: «In mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti per almeno sei mesi». Si è autorevolmente detto che questo articolo, ponendo limiti alla possibilità di produzione di interessi sugli interessi già maturati, si mantiene nel solco di una tradizione ispirata al favor debitoris, ed è coerente con un atteggiamento di diffidenza verso la produzione di interessi in misura superiore a quella legale. Ma accanto all’esigenza di prevenire l’effetto usurario, che potrebbe derivare dal sovraccarico di interessi composti, vi sarebbe anche una più generale esigenza di trasparenza volta a consentire al debitore di poter calcolare in qualsiasi momento l’ammontare esatto del suo debito e poter compiere di conseguenza le sue scelte (Commentario al Codice civile, 1991).Dal punto di vista economico-finanziario, il regime dell’interesse composto sembra essere quello che garantisce migliori proprietà di equità astratta. In particolare, esclude arbitraggi temporali, cioè la possibilità di realizzare guadagni extra spezzando un’operazione di prestito nella combinazione di due operazioni consecutive di durata globalmente pari a quella dell’operazione originaria. La cautela del legislatore sembra però derivare da un’esigenza di difesa del debitore, soggetto debole da tutelare in ogni caso, e dalla percezione che l’interesse composto, traducendosi in una crescita esponenziale del debito, determini a lungo andare una situazione insostenibile per il debitore e dunque iniqua. Di qui la tentazione di equiparare l’a. all’usura, che invece è fenomeno in linea di principio ben diverso, anche se il collegamento non è del tutto infondato. In effetti, l’esplosività della crescita esponenziale del debito che caratterizza il regime dell’interesse composto è tanto più accentuata e rapida quanto più alto è il saggio di interesse che la governa. Opportuna appare quindi l’opera del legislatore nel preoccuparsi non tanto dell’a. in sé stesso, quanto di porre un tetto al livello del tasso applicato quando l’a. entra in gioco. Da segnalare, infine, che, posteriormente al Codice civile, il Codice di commercio ha, negli artt. 345 e 347, sanzionato l’uso, già invalso fra i commercianti, di calcolare nella chiusura del conto corrente, a periodi per solito minori di un anno, gli interessi delle singole partite, che vengono in tal modo capitalizzati. La stessa convenzione si applica ai rapporti di conto corrente delle banche.” L’inflazione alta degli anni settanta e ottanta ha impedito a molte persone di comprare un immobile. Quando agli inizi degli anni novanta molti italiani sottoscrissero muti in ECU, l’antenato dell’euro, si trovarono, a causa della svalutazione provocata dal Governo Amato, a pagare interessi impossibili. La lotta per la sovranità monetaria e contro l’usura è una costante del SOCIALISMO NAZIONALE EUROPEO. La concezione di Ezra Pound della SOVRANITA’ MONETARIA, secondo la quale la moneta appartiene al popolo, esclude ovviamente la speculazione sui tassi di interesse. Per limitarci all’Italia possiamo citare alcuni fatti, a mio modesto avviso, molto significativi. Il governo fascista realizza un notevole piano per l’edilizia popolare. con decreto legge 25 ottobre 1924 n. 1944  fu costituito l’INCIS per edificare, ed in via eccezionale acquistare, edifici da assegnare in locazione ai dipendenti civili e militari dello Stato, con priorità ai dipendenti con minore stipendio.

Molti alloggi vengono concessi in proprietà agli inquilini a un prezzo molto vantaggioso.  L’articolo 15 del Manifesto di Verona, durante la Repubblica Sociale Italiana afferma che la casa non è solo un diritto di proprietà ma anche un diritto alla proprietà. Inoltre stabilisce il principio che il canone di locazione deve essere sottratto dal prezzo di compravendita.

Alcuni movimenti hanno richiesto il mutuo sociale ovvero l’erogazione di un mutuo senza interessi, da parte dello Stato, al fine di permettere l’accesso alla proprietà a un numero sempre maggiore di italiani. Sicuramente il nostro è un Paese dove esiste una percentuale molto alta di proprietari di immobili. Il problema esiste in quanto le nuove generazioni a causa dei bassi salari, dei lunghi periodi di disoccupazione e del precariato difficilmente possono permettersi di comprare un appartamento a prezzi di mercato. Quindi sì ai mutui senza interesse ma prima gli italiani !

DANILO ZONGOLI

 

 

 

 

 

 

Ultimi commenti

25.04 | 16:00

Grazie sono a disposizione.

29.03 | 20:20

Concordo!

29.03 | 20:20

Bellissimo blog, gradirei approfondire alcuni concetti.

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