LE PORTE GIREVOLI
Numerose personalità dell'alta finanaza entrano in politica e viceversa
Molto spesso si discute dell’influenza dell’alta finanza sulla politica. Numerose personalità del mondo finanziario entrano in politica, e viceversa, per poi compiere il percorso inverso. Viene meno, al di là di vere o presunte incompatibilità o del conflitto di interessi che somiglia all’araba fenice di metastasiana memoria “che vi sia ciascun lo dice, cosa sia nessun lo sa”, la terzietà dello Stato. Come può un esponente dei poteri forti essere imparziale quado svolge una funzione pubblica?
Prendiamo in considerazioni alcuni recenti esempi. Alessandro Profumo banchiere, Entra nel 1994 in Unicredit dopo la privatizzazione dell’allora Credito italiano voluta da Romano Prodi e Carlo Azeglio Ciampi, che nel 2004 lo ha insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro. Dà vita nel 2007 alla fusione con Capitalia che fa nascere uno dei più importanti gruppi bancari europei. Presiede dal 2011 la Appeal Strategy & Finance una delle principali società di consulenza finanziaria internazionale. Poi dal 2012 al 2015 sostituisce Giuseppe Mussari alla guida del Monte dei Paschi di Siena. La crisi dell’Istituto di Credito toscano non viene risolta dalla gestione Profumo. Nonostante sia coinvolto in alcune inchieste giudiziarie viene nominato amministratore delegato, nella lingua degli occupanti ceo, di Leonardo ex Finmeccanica. Si tratta, come per l’istituto di credito senese, di una nomina politica.
L’economista Per Carlo Padoan, direttore esecutivo del Fondo Monetario internazionale per l’Italia dal 2001 al 2005. Collabora con la fondazione di Massimo D’Alema. Diventa nel 2007 vice segretario generale dell’OCSE. Ministro dell’Economia nei governi Renzi e Gentiloni, eletto parlamentare del Partito Democratico alle elezioni del 2018. Anche lui insignito delle maggiori onorificenze della Repubblica italiana. Il 13 ottobre 2020 viene cooptato nel Consiglio di Amministrazione di Unicredit e dunque si dimette da parlamentare.
Mario Monti, pronipote di Mattioli, direttore nel 1931 e in seguito Amministratore della Banca Commerciale italiana che rappresentava gli interessi tedeschi in Italia e convinto antifascista e sostenitore del dialogo con il partito comunista, alto dirigente di Goldmann e Sachs e di altre importanti istituzioni finanziarie internazionali sarà Commissario Europeo, Presidente del Consiglio dei Ministri e Senatore a vita.
Per quanto riguarda la cosìddetta Prima Repubblica abbiamo l’esempio tra i tanti di Visentin, amministratore delegato della Olivetti e Ministro dell’Economia.
Potremmo continuare anche con altri esempi. Queste sono le porte girevoli. Si esce dall’alta finanza per entrare in politica e viceversa. Lo Stato deve essere al di sopra delle parti. Gli interessi della Comunità nazionale devono prevalere sugli interessi particolari, quindi sarebbe auspicabile la fine del sistema delle porte girevoli.
DANILO ZONGOLI